In un’Europa da sempre caratterizzata da disparità regionali in termini di benessere economico, reddito e tassi d’occupazione, gli aiuti a finalità regionale mirano a sostenere lo sviluppo delle zone più svantaggiate al fine di garantire parità di condizioni tra gli Stati membri e mantenere, allo stesso tempo, una leale concorrenza all’interno del mercato unico, disinnescando meccanismi che incentivino l’utilizzo di fondi pubblici per delocalizzare posti di lavoro da un Paese all’altro.
Negli Orientamenti in materia di aiuti di stato a finalità regionale (recentemente riveduti), la Commissione europea stabilisce le condizioni alle quali tali aiuti possano ritenersi compatibili con il mercato interno e stabilisce i criteri per l’individuazione delle aree eleggibili (a partire dal disposto contenuto nell’art. 107 del TFUE). Nello specifico, le cosiddette zone “a” comprendono le regioni ultra periferiche e le regioni il cui PIL pro-capite è pari o inferiore al 75 % della media UE, mentre le zone “c” rappresentano le ex “zone a” e le zone scarsamente popolate e vengono designate direttamente dagli Stati membri.
Nella Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia sono indicate le regioni ammissibili in qualità di “zona a”, ossia Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna (che rappresentano il 32% della popolazione italiana). La Carta stabilisce, inoltre, le intensità massime di aiuto nelle regioni ammissibili. L’intensità dell’aiuto è l’importo massimo dell’aiuto di Stato che può essere concesso per ciascun beneficiario, espresso sotto forma di percentuale dei costi di investimento ammissibili: nelle “zone a” l’intensità massima di aiuto per le grandi imprese è compresa tra il 30 % e il 40 %.
L’Italia potrà, inoltre, designare cosiddette “zone c non predefinite” per un massimo del 9,99% della popolazione nazionale attraverso una o più modifiche della Carta degli aiuti a finalità regionale approvata.
Riferimenti
- Aiuti di Stato: la Commissione approva la carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l’Italia
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/IP_21_6467