PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA (PNRR): LA BOZZA PUBBLICATA DAL CORRIERE DELLA SERA

Il 7 dicembre è stata pubblicata, dalla testata on line del Corriere della Sera, una bozza di Recovery e Resilience Plan (il piano attuativo delle risorse messe a disposizione dall’UE attraverso lo strumento Recovery Facility – c.d. Recovery Fund).

Il documento, di 125 pagine, è strutturato in quattro capitoli:

  1. Obiettivi generali e coerenza del piano
  2. Le riforme e gli investimenti per una transizione “smart, green and healthy”
  3. L’attuazione e il monitoraggio del PNRR
  4. Valutazione dell’impatto macroeconomico del PNRR

La bozza di piano prevede che le azioni poste in essere nell’utilizzo dei fondi del Recovery Facility seguano quattro linee strategiche: modernizzazione del paese, transizione ecologica, inclusione sociale e territoriale e parità di genere.

Inoltre, il piano è ulteriormente articolato in quattro sfide (i. ridurre l’impatto sociale ed economico della crisi pandemica; ii. migliorare la resilienza e la capacità di ripresa dell’Italia; iii. sostenere la transizione verde e digitale; iv. innalzare il potenziale di crescita dell’economia e la creazione di occupazione) a fronte delle quali sono state individuate sei “missioni”:

  1. Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura
  2. Rivoluzione verde e transizione ecologica
  3. Infrastrutture per una mobilità sostenibile
  4. Istruzione e ricerca
  5. Parità di genere, coesione sociale e territoriale
  6. Salute

Per ciascuna missione vengono poi individuate specifiche riforme e progettualità che consentiranno, secondo le stime del governo, di rispondere a quanto richiesto dall’UE in occasione del Semestre Europeo attraverso le “Raccomandazioni specifiche per Paese” per le annualità 2019 e 2020. Missioni riforme e progettualità sono legate trasversalmente da componenti, o “clusters”, che compongono un plafond di interventi per un totale di 196 miliardi di euro. Dai saldi di spesa preventivati, risulta che oltre il 40,8 % del budget è destinato alla transizione green (il target minimo previsto dall’UE è 37%) mentre a favore della transizione digitale risulta dedicato il 23% delle risorse (a fronte di una soglia minima del 20%).

Le risorse, in miliardi di euro, risultano così distribuite:

  1. 48,7 mld a Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (destinati ad interventi quali, ad esempio, transizione 4.0, banda larga, 5G e monitoraggio satellitare, Innovazione e tecnologia dei microprocessori e internazionalizazione);
  2. 74,3 mld alla Rivoluzione verde e alla transizione ecologica (rivolti, ad esempio, ad interventi di efficientamento degli edifici pubblici e dell’edilizia privata);
  3. 27,7 mld per le Infrastrutture per una mobilità sostenibile (tra cui opere ferroviarie per la mobilità e la connessione veloce del Paese e messa in sicurezza e monitoraggio digitale di strade, viadotti e ponti);
  4. 19,2 mld per Istruzione e Ricerca (che saranno investiti in progettualità riguardanti, ad esempio, l’accesso all’istruzione e contrasto ai divari territoriali, il potenziamento di didattica e STEM, la modernizzazione e cablatura degli edifici scolastici, il sostegno all’innovazione delle PMI);
  5. 17,1 mld per la missione Parità di genere, coesione sociale e territoriale (gli ambiti di intervento sono parità di genere, giovani e politiche del lavoro, vulnerabilità, inclusione sociale, sport e terzo settore, tutela e valorizzazione del territorio e della risorsa idrica);
  6. 9 mld sono, infine, dedicati alla Salute (gli interventi proposti nella bozza sono potenziamento assistenza sanitaria e rete territoriale, salute, ambiente e sicurezza alimentare, ammodernamento tecnologico e digitale, ricerca e trasferimento tecnologico, potenziamento della formazione del personale del SSN).

La bozza di piano introduce, inoltre, le sinergie con gli altri fondi di investimento e con i piani già approvati, in particolare con il Piano sud 2030 – Sviluppo e Coesione per l’Italia, con il Fondo di Sviluppo e Coesione e con i fondi del prossimo Accordo di partenariato (bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027).

Infine, un’ampia sezione viene dedicata all’impatto macroeconomico degli investimenti, degli incentivi, delle riforme, delle misure per il sud e degli interventi volti a superare le disuguaglianze di genere.

Riferimenti

  • Recovery Fund, la bozza del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr): il testo completo in pdf

https://www.corriere.it/economia/tasse/20_dicembre_07/pnrrbozzapercdm7dic2020-7908fa02-3898-11eb-a3d9-f53ec54e3a0b.shtml