#NEXTGENERATIONITALIA

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I NOSTRI PUNTI DI VISTA


#NEW! PNRR, ALLA PROVA D’ESAME CI VUOLE IL SUGGERITORE

Con l’organico di oggi la PA non è in grado di attuare il PNRR, ma le società di consulenza possono aiutare. Per la realizzazione dei progetti sono necessari controlli indipendenti sulla qualità delle esecuzioni e sui costi.


CONTROLLI VIRTUOSI PER RISPETTARE TAPPE E OBIETTIVI DEL PNRR

Con il documento sulle “Istruzioni tecniche per la selezione dei progetti PNRR” siamo in grado di definire alcuni aspetti delle attività di controllo sul Piano. Si tratta di un’impostazione che apre a una visione collaborativa e non afflittiva dell’audit, che necessita un cambio di marcia per passare dalla cultura “dei controlli” alla “cultura del controllo”.


LA RIVOLUZIONE ECOLOGICA COME STRATEGIA PER LA RIPRESA

Il nuovo paradigma “green” chiama i nostri sistemi economico-sociali a evolvere verso una progressiva transizione ecologica, rafforzando la lotta al cambiamento climatico e favorendo un progressivo orientamento dei modelli di sviluppo in ottica di sostenibilità.

La centralità di queste tematiche è in linea con il percorso già avviato dall’Europa nell’ambito del Green New Deal, impegno definito nel solco dell’Agenda ONU 2030 e volto a promuovere “una nuova strategia di crescita mirata a trasformare l’UE in una società giusta e prospera, dotata di un’economia moderna, efficiente sotto il profilo delle risorse, competitiva, che nel 2050 non genererà emissioni nette di gas a effetto serra e in cui la crescita economica sarà dissociata dall’uso delle risorse”.

Si tratta, insomma, di agevolare il confronto, i princìpi – e non solo i finanziamenti – all’interno del Sistema Paese nel suo complesso, avendo particolare cura nel coinvolgere anche le sue componenti più distanti o resistenti a questo cambiamento. Sarebbe l’opportunità di rendere il PNRR non solo un insieme di driver rispetto ai quali orientare la pianificazione economica dei prossimi anni, bensì l’orizzonte al quale ispirare una nuova Rivoluzione Industriale.


DIGITALIZZAZIONE DEL PIANO? SI PUO’ FARE!

A fonte della straordinarietà dello sforzo richiesto, le procedure di gestione, controllo e di Audit dovranno essere rigorose e strutturate, ma senza rallentare la fasi di spesa e rendicontazione alla Commissione Europea. La nostra esperienza dimostra che alla base di sistemi di gestione efficaci ed efficienti c’è la capacità di gestire e monitorare in tempo reale i processi e di adattarli alle nuove situazioni. Questo obiettivo può essere molto oneroso se basato su metodi di lavoro analogici. Un importante fattore di successo è quindi il ricorso a tecnologie potenti, flessibili, intelligenti. 

Oggi è diventato estremamente facile automatizzare attività manuali, definire form digitali e creare workflow al fine di semplificare i processi e monitorarne le performance e la conformità. Si parla a questo proposito di IPA (Intelligent Process Automation) che raccoglie un insieme di soluzioni che integrano le piattaforme low-code con altre tecnologie abilitanti quali il Data Mining, l’Intelligenza Artificiale, il Machine Learning e la Robotic Process Automation. 

Il Next Generation EU è attraversato dalla filosofia digitale: si tratta ora di viverlo compiutamente, anche nelle modalità di gestione e controllo degli obiettivi per il sistema Paese.


CYBERSECURITY: UN IMPERATIVO

Uno degli obiettivi del #PNRR è quello di favorire l’adozione dei servizi #cloud e delle #tecnologie4.0, con particolare riferimento agli aspetti di trasformazione digitale e innovazione nella PA e nel sistema produttivo italiano. Al contempo, la crescente complessità nella gestione delle infrastrutture e dei dati richiede un conseguente rafforzamento e presidio delle misure di #cybersecurity e #dataprotection. 

Nell’ultimo anno, in concomitanza della fase acuta della pandemia #Covid19, si è assistito a un significativo incremento della quantità e qualità dei #cyberattacchi a siti della PA e alle infrastrutture mission critical di aziende private, rafforzando un trend comunque già evidente da qualche tempo e innalzando sensibilmente i rischi economici e operativi per organizzazioni e cittadini. 

Questa presa di coscienza trova conferma nelle previsioni normative a livello domestico e comunitario (istituzione del Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica, #DirettivaNIS, Cybersecurity Act) e nello stesso #PNRR, che esplicitamente richiede di rafforzare i sistemi di #Cybersecurity della PA e del sistema produttivo. Un appuntamento epocale che il Sistema Italia non può fallire.


IL PROCESSO DI GESTIONE E CONTROLLO: NON REINVENTIAMO LA RUOTA ED AGIAMO CON TEMPESTIVITA’

I meccanismi di erogazione dei Fondi Comunitari sono già oggi oggetto di procedure di monitoraggio, gestione e controllo da parte di entità dedicate, secondo un disciplinare assai articolato definito dalla Comunità Europea. Le Amministrazioni (a livello centrale, locale e in particolar modo regionale) dispongono infatti di strutture professionali che si avvalgono di processi e sistemi collaudati per la Gestione, Certificazione e Controllo dei Fondi (AdG, AdC e AdA). 

E’ da queste professionalità e competenze che si dovrà partire per costruire la cosiddetta Control Governance del Piano, ricorrendo al necessario rafforzamento amministrativo richiesto dalla eccezionale mole di lavoro che ne scaturirà. Tale processo potrà avvantaggiarsi della collaborazione pubblico-privato per imprimere accelerazione e scalabilità alla gestione. In questo contesto il tempo rappresenta un fattore critico, poichè in tre mesi il Paese dovrà essere pronto a partire. 

Sarà quindi essenziale l’apporto di società specializzate nell’assistenza tecnica specializzata in grado di garantire quella flessibilità e reattività che eventi epocali come il PNRR richiedono.


PUBLIC RISK MANAGEMENT: WHY NOT?

La fasi pre-esecutive e quelle esecutive del PNRR dovranno identificare, misurare e gestire molteplici rischi (operativi, continuità, affidabilità terze parti, interdipendenze, iter autorizzativo, frodi, disponibilità e scalabilità dei fattori abilitanti, …) nonché valutare con indicatori adeguati l’impatto di sostenibilità dei singoli progetti e dell’intero piano.

Sono fondamentali a questo proposito un approccio e strumenti integrati di Risk Management che permettano una visione sia di singolo progetto (Project Risk Management) sia di portafoglio (Enterprise Risk Management), un dialogo costante tra risk management centrale e periferico e l’analisi dei rischi condotta sin dalle fasi iniziali di pianificazione lungo l’intero ciclo di vita delle iniziative. 

Queste tecniche consentono infatti l’identificazione tempestiva di opportunità di mitigazione dei rischi, di piani alternativi e riserve con l’obiettivo di minimizzare il tasso di insuccesso dei progetti, autentico punto di attenzione della politica comunitaria e quindi ad alto impatto sulla reputazione del Sistema Italia. Oggi l’analisi del rischio in ottica ERM è una prassi da consolidare e da rendere sistematica nei processi di programmazione, gestione e rendicontazione dei fondi.
Perché non provarci?