Pubblicato il report di Blueprint sul whistleblowing in Europa

Blueprint for Free Speech, l’ONG che si dedica allo studio e alla ricerca in ambito di anticorruzione e libertà di espressione, ha pubblicato il primo report indipendente sui risultati delle leggi a protezione dei whistleblowers in Europa.

Ciò che emerge dal report è che le protezioni per chi riferisce alle autorità di attività illecite o fraudolente all’interno di un governo, di un’organizzazione pubblica o di un’azienda, sono ancora inefficaci. Nonostante i notevoli progressi rispetto al passato, chi denuncia ha ancora bisogno di leggi più forti e diffuse ma soprattutto più efficaci nella pratica. Ad oggi sono 16 i paesi membri dell’Unione Europea con leggi specifiche a protezione dei whistleblowers e altri 3 paesi membri assicurano una protezione almeno parziale. Dieci di questi sedici paesi hanno adottato queste leggi solo negli ultimi 5 anni.
Ad oggi statistiche ufficiali ed analisi dei casi di denunce sono rari. Per questo motivo, Blueprint si è basata sui casi pubblicamente consultabili ed ha costruito il suo report studiando i casi chiave di 15 paesi europei. L’analisi ha rivelato che anche tra i paesi europei con leggi a protezione dei whistleblowers in vigore, il livello di reale attuazione di queste leggi è in realtà molto scostante.

In particolare, nella maggior parte delle giurisdizioni analizzate, l’attuazione della legge risulta limitata da diversi fattori, tra i quali:
• L’assenza di un’agenzia centralizzata a livello europeo che tenga traccia di denunce, ritorsioni e a risultati dei giudizi di whistleblowing. Lo stesso accade a livello nazionale, dove la maggioranza dei paesi – anche di quelli con leggi in vigore a protezione dei whistleblowers – manca di un’agenzia specializzata;
• La mancanza di coordinazione tra ufficiali pubblici che assicurino il rispetto della legge;
• La mancanza di un’informazione diffusa e chiara per cittadini e dipendenti sulla legge a protezione di chi denuncia i suoi meccanismi;
• La presenza di scappatoie nella legge che i datori di lavoro riescono sfruttare per ritorcersi contro i whisleblowers;
• La lunghezza e il costo ingente dei processi a carico di chi denuncia;
• Le sentenze discordanti.

I passi avanti da compiere in Europa per contrastare la corruzione e proteggere i whistleblower sono quindi ancora molti, soprattutto dal momento che se chi denuncia non è sicuro di essere al sicuro da licenziamenti e ritorsioni di vario tipo è certamente meno propenso a farsi avanti.

 

Riferimenti
• Blueprint study: “Safe or Sorry: Whistleblower Protection Laws in Europe Deliver Mixed Results”: https://www.changeofdirection.eu/assets/uploads/BLUEPRINT%20-%20Safe%20or%20Sorry%20-%20Whistleblower%20Protection%20Laws%20in%20Europe%20Deliver%20Mixed%20Results.pdf