Convegno AITRA del 14 giugno 2018: Il coordinamento come leva per un’efficace strategia di prevenzione della corruzione

Il 14 giugno 2018, in occasione dell’assemblea ordinaria annuale AITRA si è tenuto presso il CONI, il convegno sul tema «Il “coordinamento” come leva per un’efficace strategia di prevenzione della corruzione».

Il convegno ha affrontato il tema del coordinamento – legislativo ma anche organizzativo e metodologico – come fattore critico di successo per lo sviluppo di strategie multilaterali efficaci e per la valorizzazione del “sistema paese” anticorruzione.

Il coordinamento si realizza in ambito nazionale e anche internazionale, dove la compliance rappresenta una leva strategica di competitività, presidiando la reputazione come un intangible asset e supportando la fiducia degli investitori esteri.

Da non dimenticare che il valore del “compliance program” rileva anche in sede di giudizio e ai fini delle responsabilità del Responsabile della Prevenzione della Corruzione e per la Trasparenza (RPCT).

Il coordinamento delle iniziative anticorruzione – in particolare la gestione del conflitto di interessi ed il whisteblowing – con la produzione legislativa nazionale è uno dei principali temi di discussione in ambito internazionale.

In Italia l’ANAC ha evidenziato che lo sviluppo di strumenti integrati, capaci di armonizzare e capitalizzare gli sforzi anticorruzione, rappresenta un tema oggetto di attuale e futuro approfondimento in ambito di prevenzione della corruzione (es. Piano Nazionale Anticorruzione e Piani di Prevenzione della Corruzione e Programmi di Integrità che le pubbliche amministrazioni sono chiamate ad adottare), di gestione delle segnalazioni, degli obblighi di trasparenza (ex. D.Lgs. 33/2013 e ss.m.i.) e del conflitto di interessi. La trasparenza, in particolare, è da intendersi come un volano del sistema anticorruzione che, promuovendo la diffusione della cultura etica e lo sviluppo del capitale relazionale con gli stakeholder e semplificando il procedimento di controllo e vigilanza, rafforza la capacità anticorruzione delle Amministrazioni.

Nell’ambito della propria azione di diplomazia giuridica anticorruzione, l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU di Merida del 9 dicembre 2003, con cui si inasprisce il contrasto alla corruzione internazionale e, tramite l’Autorità Nazionale Anticorruzione, ha agito sul Corruption Perception Index (CPI) che dal 2012 – anno di approvazione della legge anticorruzione – ha scalato 18 posizioni, di cui 15 da quando è stata creata la stessa ANAC.

Anche in ambito sportivo – dove deve tenersi in considerazione il bilanciamento tra le prerogative della giurisdizione nazionale ed il principio di autonomia dell’ordinamento sportivo – si sta sviluppando una crescente attenzione ai temi dell’anticorruzione (on e off the field) e del coordinamento delle azioni di prevenzione e contrasto.

In particolare è stata sottolineata l’importanza della produzione di soft-law internazionale che intende definire approcci e orientamenti comuni ed anche la possibilità di adottare un framework internazionale anticorruzione.

A questo ultimo proposito è stata portata all’attenzione la norma ISO 37001 “Anti-bribery management systems” che intende aiutare le organizzazioni pubbliche e private nella lotta contro la corruzione, istituendo una cultura di integrità, trasparenza e conformità.

Negli ultimi anni l’Italia ha ribadito il proprio impegno in ambito sportivo prendendo parte, tramite il CONI, ai lavori multi-stakeholder dell’International Partnership Against Corruption (IPACS) e aderendo a convenzioni internazionali quali la Convenzione ONU di Merida (2003) sopramenzionata e la Convenzione del Consiglio d’Europa (2017) sulla manipolazione di competizioni sportive, il cosiddetto match-fixing.

Il caso del CONI e delle Federazioni Sportive Nazionali è stato presentato come esempio del coordinamento delle Amministrazioni controllanti o vigilanti per l’applicazione della normativa anticorruzione e trasparenza sui soggetti controllati e vigilati.

Infine, il coordinamento è stato affrontato anche come strumento per sviluppare sinergie, evitando ridondanze e “rischi di controllo”, tra gli attori responsabili della compliance quali, ad esempio, il Responsabile della prevenzione della corruzione, il Responsabile della trasparenza (ex L. 190/2012) e da ultimo il Data Protection Officer (ex Direttiva 95/46/CE – GDPR), nonché per armonizzarne obiettivi e strategie di azione nell’ottica dell’efficienza e dell’efficacia.

 

Riferimenti